L’archeologia ci sorprende ancora una volta, svelando il lato tenero e inaspettato di antichi guerrieri. Recenti scavi in un cimitero egiziano di Berenike, un tempo porto fiorente dell’Impero Romano, hanno portato alla luce una scoperta straordinaria: oltre 200 tombe dedicate a gatti, cani e persino vitelli, curate con amore e dedizione. Ma perché questa scoperta ci fa sorridere?

La vera sorpresa è che tra questi animali domestici ci sono anche macachi provenienti dall’India, un dettaglio che ci racconta una storia affascinante di legami affettivi che superano le barriere del tempo e dello spazio.

Sembra che questi antichi guerrieri avessero un debole per le scimmiette indiane, tanto da farle arrivare dall’altra parte del mondo, attraverso l’Oceano Indiano e il Mar Rosso. Un lusso non da poco, che dimostra quanto fosse importante per loro avere un amico a quattro zampe (o, in questo caso, a quattro mani) al proprio fianco.

Ma non è tutto. Tra le sabbie del tempo sono riaffiorate anche lettere scritte su papiro da centurioni romani, come Lucinio e Petronio. Questi duri soldati, abituati a combattere e a comandare legioni, si scambiavano missive in cui chiedevano informazioni sui prezzi di spezie e tessuti pregiati, ma anche… su come procurare un cucciolo di macaco per alleviare la solitudine della vita militare!

Ecco la prova che anche i duri hanno un cuore tenero.

E non si ratta solo scimmie: i romani amavano anche cani e gatti, seppellendoli con cura e affetto accanto ai loro padroni. Un gesto di amore che ci ricorda che il legame tra uomo e animale è antico e profondo, capace di resistere a guerre, imperi e secoli di storia.

Quindi, la prossima volta che vedrete un centurione romano in un film o in un documentario, ricordatevi che sotto quell’armatura potrebbe battere un cuore tenero. E chissà, magari anche voi, come quei centurioni, avete un amico peloso o pennuto che vi aspetta a casa, pronto a farvi dimenticare le fatiche della giornata con un semplice scodinzolio o un dolce miagolio.